Scrivere per ribellarsi: X di Valentina Mira

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Valentina Mira / 26-04-2021

 

Sono passati due anni da quando ho iniziato a scrivere X, anche se il 2019 non era la prima volta che ho parlato di quello stupro. Non è sempre andata bene. Anzi, a dirla tutta, non è andata bene quasi mai.

Visto che la realtà è diversa dai libri, e quello che diceva Hitchcock sui film vale anche per la letteratura (“è la vita con le parti noiose tagliate”), anche in X non sono finiti tutti quei tentativi. Ma – ed è qui il punto rilevante – scrivere X mi è servito a riportare alla memoria alcuni pezzi di vita che avevo scelto di rimuovere.

Cosa non c’è in X: quando l’estate del 2010 rivelai a una compagna di liceo che ero stata violentata e che non sapevo che fare. Perché non è in X: perché mi rispose “ma sei sicura?”. Che dici, Chiara, ero sicura?

Undici anni dopo io non ho ancora dimenticato, e il rancore cresce anziché diminuire. Perdonare è possibile solo a chi ha ricevuto delle scuse, e per certe cose non bastano neanche quelle. Andare avanti, quella è un’altra faccenda.

Cos’altro non c’è in X: quella volta che, su consiglio di quella stessa compagna di liceo, andai a un colloquio con una psicologa e poi me la feci sotto e scappai a gambe levate, e non risposi a nessuna delle sue chiamate. Quello che non c’è in X: l’augurio di morte il giorno del mio compleanno 2017 da parte di una persona che amavo e che è nel libro, che anzi è il cuore del libro.

Quello che c’è in X: il fatto che siamo nel 2021 e a questo 25 aprile in cui compio trent’anni arrivo non solo viva (una fortuna che non do per scontata) ma anche liberata, perché la tradizione che mi piace e in cui credo è questa – quella della Liberazione – e non quell’altra. Mai quell’altra.

Perché ho scritto X, quindi? Per tanti motivi. Cito un libro che ho letto in questi giorni, Salvare il fuoco di Guillermo Arriaga, anzi riporto proprio integralmente il pezzo, perché è perfetto.

«Scrivere per condividere, per affrontare, per provocare. Scrivere per ribellarsi. Scrivere per riaffermarsi. Scrivere per non impazzire. Scrivere per prendere a pugni. Per sostenere. Per incalzare. Scrivere per non morire tanto. Scrivere per ululare, per abbaiare, per dare morsi, per grugnire. Scrivere per provocare ferite. Scrivere per curare. Scrivere per espellere, per depurare. Scrivere come antisettico, come antibiotico, come antigene. Scrivere come veleno, come tossina. Scrivere per avvicinarsi. Scrivere per allontanarsi. Scrivere per scoprire. Scrivere per perdersi. Scrivere per incontrarsi. Scrivere per lottare. Scrivere per arrendersi. Scrivere per vincere. Scrivere per immergersi. Scrivere per stare a galla. Scrivere per non naufragare. Scrivere per il naufragio. Scrivere per il naufrago. Scrivere, scrivere, scrivere».

Scrivere per salvare il fuoco e non darla vinta ai tanti lupi che ci soffiano sopra convinti che sia la casetta di paglia del porcellino più scemo.

 

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