Eleonora e Debora: “Il movimento dei sogni”

Di Marco A. Piva / 8 aprile 2019

Ieri sera ero stanco. Mi sono disteso presto, ma prima di chiudere gli occhi ho deciso di cominciare questo libro, lungo un paio di centinaia di pagine. Mi aspettavo di leggerne una ventina di pagine prima di addormentarmi. Qualche ora dopo, l’avevo finito. Penso che questo potrebbe già essere sufficiente per suggerire quale sia stata la mia impressione riguardo a “Il movimento dei sogni”, ma parliamone ancora un po’.

Si tratta di una storia autobiografica: Eleonora Calesini (con l’aiuto per la stesura del testo della bravissima Debora Grossi, che ci dice che questo è anche per lei il primo libro, ma che scrive con la sicurezza e la fluidità di una scrittrice esperta) ci racconta di quando, finita la scuola superiore, ha deciso di studiare alla celebre Accademia dell’Immagine, una tra le scuole di cinema più prestigiose in Italia. Condivide l’appartamento con tre ragazze, tre persone normalissime, che presto diventano la sua famiglia.

L’anno accademico è il 2008/09. Dove si trova l’Accademia dell’Immagine? A L’Aquila. La città viene nominata, però, soltanto dopo oltre 60 pagine. Sì, lo sappiamo, ricordiamo tutti. E viene menzionato in quarta di copertina. Eleonora (Elly) Calesini, allora ventunenne, è stata estratta dalle macerie del terremoto del 6 aprile 2009 dopo 42 ore dal crollo della casa in cui viveva, crollo che si è portato via la sua compagna d’appartamento e cara amica Enza.

 

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