Rifqa

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Poeta, scrittore e giornalista, Mohammed El-Kurd attraverso i suoi articoli e post online ha fornito al mondo una finestra sulla vita sotto occupazione a Gerusalemme Est, aiutando a stimolare un cambiamento internazionale nella retorica riguardo al conflitto israelo-palestinese.

Rifqa, la sua prima raccolta, si inserisce di diritto nella tradizione della poesia resistente palestinese e raccoglie il testimone di grandissimi autori e autrici come Fadwa Tuqan, Rashid Hussein, Mahmoud Darwish e Ghassan Kanafani, che hanno svolto, e svolgono ancora, un ruolo significativo nel forgiare un fronte internazionale contro il colonialismo e l’imperialismo nel mondo.

Ogni giorno, dopo la scuola, la nonna di Mohammed El-Kurd lo accoglieva sulla porta di casa con un mazzo di gelsomini. Il suo nome era Rifqa: era più antica dello stesso Israele ed era un’icona della resilienza palestinese.

Le poesie ripercorrono l’esilio di Rifqa da Haifa fino all’attuale espropriazione della sua famiglia a Sheikh Jarrah, quartiere di Gerusalemme Est, mostrando l’orrore ciclico e implacabile della Nakba.

L’edizione italiana è arricchita da tre testi in prosa che raccontano la lotta degli abitanti di Sheikh Jarrah e che l’autore ha scritto per The Nation e per The Guardian.

L’esordio di El-Kurd mostra definitivamente che la lotta palestinese è una rivoluzione e che la libertà d’espressione può sconfiggere la paura.

 

È per questo che balliamo
A Carmel
Casa nei miei ricordi è un divano verde, liso
e mia nonna in ogni poesia:
ogni gelsomino colto nella repressione,
ogni reazione colta nel lacrimogeno, e il lacrimogeno,
curato con yogurt e cipolle,
con resilienza,
con donne che gridavano in coro, tambureggiavano
su pentole e padelle
a suon di maledetti e hasbiyallah.

Loro usano i carri armati, noi conosciamo i sassi.
2008, durante i bombardamenti su Gaza
il mio rituale alla tivù
passava dal cordoglio
alla danza del ventre egiziana.
Oscillavo tra odio e venerazione,
accatastavo e accaparravo le ragioni di vita di Darwish,
talvolta credendoci
talvolta intingendo il pane nell’indulgenza,
consapevole che un bambino non ha pane, a Khan Yunis,
intinto nelle macerie di un tetto…

Se mi domandate di dove sono, non risponderò con una sola parola.
Preparatevi sedetevi, siate composti, pronti.
Se sentir parlare di un mondo diverso dal vostro
vi mette a disagio,
bevetevi il mare,
tagliatevi le orecchie,
fate un’altra bolla per chiudere in una bolla la vostra bolla e il pretesto.

Fate saltare in aria un’altra città di corpi in nome della paura.
È per questo che balliamo: Mio padre mi diceva: “La rabbia è un lusso che non possiamo permetterci”.
Sii posato, calmo, tranquillo – ridi quando ti fanno domande,
sorridi quando parlano, rispondigli,
istruiscili.
È per questo che balliamo:
Se parlo, sono un pericolo.
Voi restate a bocca aperta,
alzate le sopracciglia.
Puntate il dito.
È per questo che balliamo:
Noi abbiamo i piedi feriti, ma il ritmo rimane,
non importa che aggettivi mi porto sulle spalle.

È per questo che balliamo:
Perché gridare non è gratuito.

Spiegatemelo per favore:
Perché la rabbia – persino la rabbia – è un lusso
per me?

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Descrizione

Titolo: Rifqa
Autore: Mohammed El-Kurd
Traduttore: Emanuele Bero
ISBN: 9788860448835

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