Avevo sempre seguito lo stormo.Perché mai avrei dovuto smettere ora?
Una grande multinazionale. Un protagonista calmo e solitario. Un uomo che si è abituato alla propria esistenza. Agli aeroporti, alle stanze d’albergo pulite e silenziose, alle periferie industriali tutte ugualidove hanno sede le succursali dell’azienda.Raccogliere dati, analizzarli, stilare relazioni di dubbia utilità per i suoi superiori.Niente sembra scalfire la ripetitiva immutabilità dei giorni, fino all’arrivo inuna lontana filiale immersa nella neve. Inquel paesaggio scheletrico, tra capannonisvuotati e uffici deserti, i pochi dipendenti sopravvissuti alla ristrutturazione siaggirano come fantasmi. Un impiegato si uccide, senza lasciarespiegazioni. Una donna scompare subitodopo. Uno sconosciuto invia e-mailfarneticanti e promette vendetta. Lasciare quel luogo in fretta per raggiungere la sede centrale non è facile comesembra. Ci sono eventi impossibili da ridurre in cifre o che non si possono trascrivere in una relazione. L’unica soluzione possibile è scuotersi dal torpore. Per riuscirci il protagonista dovrà trovare il coraggio di guardarsi dentro e attraversare laregione oscura dove, da troppo tempo, è intrappolata la sua vita.
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