Redazione / 16-11-2022
«C’è una crisi economica enorme in tutta la Turchia e una crisi politica altrettanto enorme. E c’è la guerra contro i curdi.
Da tanto tempo i curdi, i grandi intellettuali e le associazioni di diritti dell’uomo hanno denunciato l’utilizzo di armi chimiche contro i curdi.
Tra poco ci saranno le elezioni, quindi tra poco le bombe inizieranno a esplodere dappertutto. I curdi hanno dichiarato di non essere gli autori di questo attentato, nonostante siano stati accusati.
Il governo ha creato un’alleanza con l’estrema destra e le mafie. Nonostante ciò, come in Iran, i movimenti sociali continuano a lottare, ma la violenza diventa estrema.
Finché questa Turchia sarà sostenuta dai paesi europei, la violenza non potrà far altro che peggiorare. Non posso spiegare e spiegarmi il silenzio delle grandi potenze occidentali in merito a questo massacro dei curdi perché sono loro che hanno lottato contro Daesh.
In Turchia gli attentati continueranno perché lo Stato ha bisogno di questo, per proteggersi e per proteggere il proprio potere».
Con queste parole Pınar Selek commenta gli attentati del 13 novembre a Istanbul, in Turchia. Questo attentato e le reazioni di Erdoğan hanno posto un faro sull’attuale situazione turca e sulle sue prossime elezioni.
In occasione della chiusura della prima fase di selezione dei lavori del Premio Inge Feltrinelli, nell’ambito del palinsesto di BookCity Milano 2022, il 20 novembre alle 16.00 presso la Fondazione Feltrinelli a Milano Pinar parteciperà all’evento “Un altro “genere” di politica: dissenso, partecipazione, democrazia a venire”.
Un momento di riflessione sulla tutela dei diritti umani e sulle forme di sollevazione e partecipazione che contribuiscono a rifondare l’agire democratico.
Un dialogo per comprendere come movimenti e pratiche di dissenso femminista promuovano temi, energie e modalità di lotta che consentono di conquistare nuove libertà.
