Mimmo Lucano: quando la solidarietà è un reato

Tiziana Barillà / 30-9-2021

 

Il cuore sanguina, la testa scoppia. «Tiziana scrivi qualcosa», ma il cuore sanguina, la testa scoppia.

È ufficiale. Per lo Stato italiano la solidarietà è un reato 13 anni e due mesi a Mimmo Lucano.

Sono ore assurde. Penso a Mimmo lì, di fronte ai giudici, ad ascoltare la sentenza. A testa alta, come sempre.

E io qui, legata a un filo del telefono. Troppi chilometri e troppi pochi soldi per esserci sempre vicini con il corpo. Per noi meridionali è sempre così, la distanza ormai non la avvertiamo più.

«Peppe sei sicuro di aver sentito bene?», «Sì, ti passo Sasà, te lo dice anche lui».

È proprio così: 13 anni e due mesi, il doppio di quanto ha chiesto l’accusa. Per i giudici Mimmo Lucano è colpevole di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d’ufficio.

Chi se ne frega se in due anni di dibattimento le accuse sono crollate una dopo l’altra? Quanta sciatta cattiveria in questa sentenza che arriva ostinatamente a poche ore dal voto regionale, e Mimmo è candidato che arriva mentre Giorgio De Stefano viene scarcerato per scontare ai domiciliari il resto della pena.

Il cuore sanguina, la testa scoppia.

La strada è ancora lunga aspettiamo le motivazioni, poi l’appello e chissà quante bugie dovremo sopportare. Sì, la strada è lunga, ma sarà meno difficile se continueremo a percorrerla insieme.

Venerdì 1 ottobre ci vediamo a Riace (e non solo) dalle 16 con i nostri corpi e le nostre voci. Per ricordare al potere che Mimmo Lucano non è solo.

E che Riace non si arresta.

 

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