Ciro il dinosauro

Redazione / 15-06-2020

 

Fandango Libri pubblica sul suo sito “Ciro il Dinosauro”, un fumetto da colorare per ragazzi dedicato al famoso ritrovamento avvenuto nei primi anni 80 a Pietraroja, oggi esposto all’interno dei rinati spazi dell’Ente Geopaleontologico Sannita.

Il fumetto, disegnato da Alessio Santamaria durante la forzata “reclusione” dovuta all’emergenza Covid-19, vuole essere un regalo a tutti i bambini da sempre attratti dalla storia di questi grandi rettili che popolarono il nostro pianeta oltre 65 milioni di anni fa ma dei quali è meno conosciuta “l’impronta” che hanno lasciato nel nostro Paese, una vera e propria “terra dei dinosauri.”

Un secolo fa i paleontologi ritenevano alquanto improbabile la presenza di fossili di dinosauri in Italia in quanto, secondo gli studi geologici, nell’era mesozoica era completamente sommersa dall’Oceano di Tetide e, pertanto, totalmente inabitata.

Ma la nostra conoscenza è oggi molto cambiata. I primi ritrovamenti di tracce delle ‘’lucertole giganti’’ risalgono agli anni ’40. Nel 1942 un team di ricercatori trovò un’orma di dinosauro sui Monti Pisani, sistema montuoso di modeste dimensioni del Subappennino Toscano tra le province di Pisa e Lucca.

Circa quarant’anni dopo nei pressi dei Lavini di Marco nell’area sud di Rovereto e sulle Dolomiti bellunesi, ai piedi del Monte Palmetto, vennero rinvenute numerose impronte di diversi esemplare. Il rinvenimento di fossili risale, invece, al 1980 a Pietraroja, in provincia di Benevento.

L’area, famosa per i fossili dei suoi pesci preistorici. Qui Giovanni Todesco, calzolaio di origini veronesi si imbattè causalmente in un fossile che non riusciva a comprendere, quasi una macchia scura tra le stratificazioni di calcare. La sensazionale scoperta rimase ignota fino al 1992, anno in cui Todesco mostrò la lastra all’esperto paleontologo milanese Giorgio Teruzzi.

Quel che emerse fece rimanere tutti a bocca aperta: si trattava di un cucciolo di dinosauro delle dimensioni di una grossa lucertola tra i meglio conservati al mondo, completo di organi interni e fibre muscolari perfettamente visibili, con poche ore di vita e vissuto circa 113 milioni di anni fa.

Il baby teropode, sulla copertina della nota rivista scientifica Nature nel 1998, venne chiamato dagli esperti Scipionyx samniticus, ma divenuto a tutti noto con il nome di Ciro.

 

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