La società gassosa e la fine della società liquida

Leonardo Palmisano / 9-04-2020

 

Dice la Treccani che si chiama gas ‘ogni sostanza che si trovi nel particolare stato di aggregazione, detto appunto gassoso o aeriforme, caratterizzato dalla tendenza della materia a espandersi e a occupare tutto il volume disponibile, per quanto grande esso sia e qualunque sia la sua forma; tale stato dipende dalle condizioni di temperatura e di pressione, variando le quali la sostanza può presentarsi come un liquido o anche come un solido.’ Se ci pensiamo bene, noi siamo dentro questo stato dove la materia delle nostre relazioni, la materia viva della società umana globalizzata, tende ad occupare il volume disponibile, il pianeta, secondo le regole della temperatura, dell’eccitazione sociale e politica.

Ci siamo ancora più dentro adesso che crolla il mito dell’infallibilità umana nelle sue forme solide: la scienza, la fede, la politica, l’economia. Crolla tutto, inevitabilmente. E crolla così velocemente che le analisi a caldo di questa frana assumono la forma tragicomica della cronaca e dell’opinione, del desiderio e della follia. Mentre si afferma una nuova forma di relazione e di comunicazione tra il mondo e l’umano, e tra l’umano e l’umano. Perdono di senso le virtù capitalistiche: l’ambizione, la finanza, l’investimento improduttivo, la competizione, l’egoismo, l’individualismo, il consumo.

Quando provano a rifarsi spazio attraverso i social network, le virtù del capitalismo sono comiche zombie disarticolati o come goffe divinità di un pantheon a cui nessuno crede più. Al loro posto prendono piede altre virtù, quelle del valore d’uso delle Cose e del valore assoluto della Terra. Stiamo letteralmente uscendo dal valore di scambio, come ci dimostrano le oscillazioni del mercato dell’auto e del petrolio e i crolli vertiginosi del sistema truffaldino della borsa. Stiamo entrando nell’epoca del valore d’uso globale delle cose, del valore in sé dei beni comuni, della circolarità libera e comunitaria.

Quali saranno le reazioni? Le risposte sono due: o totalitarismo alla Orban, che è la negazione dei diritti a favore del potere delle élites; o democrazia globale, a favore dell’affermazione dell’uguaglianza planetaria tra ciò che è umano e ciò che non è umano.

Sul piano politico questo significa che la democrazia dovrà tendere ad occupare gli spazi della società imponendosi come unica e sola civiltà dei diritti. Avrà vita più facile in alcuni pezzi del Sud America e dell’Africa, dove già sono condivisi i valori della persona, del lavoro in comune e dell’ambiente (quelli tante volte evocati da Papa Francesco). Avrà vita difficile dove i diritti umani, civili e ambientali sono calpestati come in Egitto, in Cina o in Russia. Avrà vita durissima dove la frattura tra società del consumo e della finanza (la società liquida) e società dell’uguaglianza (la società gassosa) si produrrà in modo culturalmente acceso e magari perfino rivoluzionario.

Dove, quest’ultima? In Europa e negli Usa, dove è già stridente l’opposizione tra rispetto e negazione dei diritti acquisiti. È infatti nell’Ue e negli Usa che il dibattito pubblico sulla quarantena è centrato sui diritti: alla salute, all’informazione, al lavoro. Il diritto al profitto è già sparito dalle discussioni pubbliche, ma non nella realtà. Sarà l’affermazione di forme economiche di prossimità, comunitarie (le più adatte alla società gassosa) a demolire il diritto al profitto nel suo fondamento immorale. Sarà l’affermazione di una comunità economica globale, fuori dagli egoismi nazionalistici, ad azzerare il principio secondo il quale è l’ambizione al profitto a stimolare l’economia.

È ormai chiaro che ad ispirare la società che si sta affermando saranno la ricerca e la conservazione dinamica della vita sulla Terra, cosa che rende tutti uguali di fronte alla Vita e nessuno superiore alla Natura (come tanto tempo fa ci ha detto uno come Leopardi, per intenderci). La forma gassosa è quella più adatta a stimolare questa ricerca e questa conservazione dinamica: perché arriva ovunque, porta il suo aroma di libertà con i venti della comunicazione globale (mediante il web, soprattutto), cancella i profumi suadenti della società liquida, copre i miasmi dei cadaveri lasciati per terra dall’economia di rapina.

E quindi, viva la società gassosa!

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