IlLibraio.it: Quello che ho imparato dai libri che (non) ho perso. E dalle scrittrici che ho amato

di Flavia Piccinni

“Da bambina non avevo migliori amici, e neanche amici immaginari. Nella mia camera avevo un sacco di libri, zeppi di personaggi che detestavo e invidiavo. Ma…”. Su ilLibraio.it l’intervento autobiografico (in cui si citano tante autrici di ieri e di oggi, da Sylvia Plath a Elsa Morante, da Virginia Woolf a Dacia Maraini) della scrittrice Flavia Piccinni, che torna in libreria con “Quel fiume è la notte”, romanzo candidato al premio Strega


Da bambina non avevo migliori amici, e neanche amici immaginari. Nella mia camera avevo un sacco di libri, zeppi di personaggi che detestavo e invidiavo, ma sarebbe una bugia dire che nei romanzi consumati furiosamente durante l’infanzia e l’adolescenza io abbia mai trovato migliori amici e amici immaginari. Ve l’ho detto: non riuscivo ad averli nella vita normale, figuriamoci nella finzione.

Leggevo molto, questo sì, e le catene musicali che le parole costruivano trovavano in me una cassa di risonanza. Sognavo appresso alle Piccole Donne (i miei genitori mi avevano regalato una brutta edizione illustrata, e io speravo di trasformarmi in Jo), mi auguravo di alzarmi una mattina ed essere per davveroD’Artagnan (ma anche mio fratello a volte credeva di esserlo, e così improvvisavamo delle lotte disperate con cuscini e spade di plastica per decidere chi stesse mentendo), altre giornate invece mi pareva di essere uscita da Spoon Rivere di aver preso l’anima del giudice Selah Lively: “Non pensi che sarebbe naturale / che io rendessi loro la vita difficile?”.

Fra i dieci e i diciotto anno ho letto almeno tre romanzi la settimana.Non facevo altro, con grande gioia delle mie maestre prima, e delle professoresse poi. Chissà perché nei miei ricordi la scuola è sempre un mondo femminile, fatto di profumi dolcissimi, penne stilografiche, caramelle Rossana e bacchette appuntite.

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Titolo: Quel fiume è la notte
Autrice: Flavia Piccinni
Pagine: 234
ISBN: 9788860444868

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