Final Cut, o dell’amore per il racconto

Gli oggetti sono inanimati, ma possono anche assumere la valenza emotiva di un ricordo, di una condivisione. Sono dolorosi momenti, ad esempio, quelli in cui una coppia deve riprendere da casa del fresco ex partner qualcosa che, magari per un momento, si è pensato potesse diventare stabilmente condiviso, uno dei mattoncini su cui costruire una storia d’amore destinata a durare. Proprio con la scusa di raccontare la storia divertente di una persona lasciata, e indurita, che mette su un’impresa di restituzione di oggetti per coppie scoppiate, che Vins Gallico intesse in Final Cut un inno d’amore per il racconto, per il piacere di raccontare una storia. Il piacere di vederla a bocca aperta, di subirla con la voglia di poterla subito trasmettere a qualcun altro a cui si tiene, come un virus contagioso, come l’amore.Come ci ha raccontato Vincenzo Gallico, detto Vins, nel corso di una conversazione telefonica, “gli oggetti hanno una funzione quasi teatrale.  Come diceva Cechov, se c’è una pistola in scena bisogna che spari. Tutti questi oggetti hanno una loro funzione simbolica. La Final Cut riporta indietro il ricordo del dolore, dell’amore che è diventato appunto dolore.”

Sull’avventura dello Strega, dove Final Cut è ancora in lizza, fra i dodici semifinalisti, l’autore si esprime con la spensieratezza di chi non ha niente da perdere e ha già molto guadagnato. “Sono onorato essere nella dozzina, che il comitato direttivo l’abbia preferito a titoli di editori più potenti di Fandango. Come vuoi che la prenda, alla de Coubertin, l’importante è partecipare.” Riguardo agli altri autori ancora in lizza, “ho letto il libro di Nicola Lagioia e mi è piaciuto molto, i racconti di Covacich che ho trovato splendidi. Per il resto devo recuperare ancora molti titoli”.

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final cut piatto

Titolo: Final cut. L’amore non Resiste
Autore: Vins Gallico
Rilegatura: Brossura con alette
Pagine: 213
ISBN: 978-8860444608

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